La cremazione è il procedimento di riduzione in cenere della salma, che viene effettuato in uno speciale impianto. Consentita anche dalla Chiesa Cattolica è una pratica funeraria che negli anni sta prendendo sempre più piede.
La cremazione è il procedimento di riduzione in cenere della salma, che viene effettuato in uno speciale impianto. Consentita anche dalla Chiesa Cattolica è una pratica funeraria che negli anni sta prendendo sempre più piede.
L’ autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà espressa dal defunto o dai suoi familiari attraverso una delle seguenti modalità:
Le ceneri del defunto possono essere:
Il Regolamento dei servizi cimiteriali consente la conservazione dell’urna cineraria contenente le ceneri di un proprio caro nell’abitazione dell’affidatario, con esclusione di ogni altro luogo e con obbligo di tenere l’urna protetta da possibili profanazioni o sottrazioni.
Su richiesta, forniamo particolari urne cinerarie di design, particolarmente indicate in caso di mantenimento delle ceneri della persona cara nella propria abitazione.
L’affidamento viene concesso sia per volontà espressa in vita dal defunto, sia per volontà manifestata successivamente dagli aventi titolo, secondo le indicazioni del codice civile (articoli 74, 75, 76 e 77 del Codice Civile).
In caso di comprovati vincoli affettivi o di riconoscenza, l’affidamento può essere concesso anche a soggetti diversi da quelli indicati sopra, previo consenso scritto degli aventi diritto.
La dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò destinate all’interno dei cimiteri, in natura o in aree private. La dispersione è eseguita dal coniuge o da altro familiare avente diritto, dall’esecutore testamentario o dal rappresentante legale della Socrem cui il defunto risultava iscritto o, in mancanza, dal personale autorizzato dal Comune.
La dispersione deve essere autorizzata dall’ufficiale di stato civile.
La dispersione non autorizzata costituisce reato, punibile ai sensi dell’art. 411 del codice penale.